Una riflessione sugli incidenti stradali, tra corretta informazione e racconto di cronaca: i doveri di chi comunica.

Le parole nel racconto di cronaca molto spesso aggiungono dolore al dolore. Consapevolmente o meno portano le vittime a morire due volte. Proprio in occasione dell’ultimo femminicidio, un’importante testata giornalistica twitta, e poi repentinamente cancella, “al paese serve un’opera di educazione profonda: dobbiamo insegnare alle ragazze a salvarsi”. Questa volta, lo stridore del titolo è così forte da far scalpore. Ma quante volte per ottenere visibilità, click, la vittima viene uccisa due volte? Tante. Soprattutto in caso di cronaca di incidenti stradali o di omicidio, le tendenze sono quelle di colpevolizzare in un qualche modo la vittima o deresponsabilizzare il vero colpevole. O ancora spettacolarizzare il dolore usando termini da pulp fiction, non mostrando rispetto nei confronti delle vittime e dei loro familiari.

IL LINGUAGGIO CREA PERCEZIONI: COME CI INFLUENZA IL RACCONTO DI CRONACA
Bandura già nel 1990 ha individuato otto meccanismi alla base della distorsione tramite cui si può venire a creare una discrepanza tra pensiero e condotta morale:

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Fonte: www.sicurauto.it